Della Gherardesca
La storia di Castagneto Carducci vede come assoluta protagonista la famiglia dei Conti della Gherardesca. La presenza di questa nobile famiglia accomuna le vicende storiche di quasi tutti i borghi di questo territorio, come Bolgheri, Donoratico, Montescudaio, Guardistallo, Riparbella, Settimo, Castagneto e Segalari.
Il cognome della famiglia è un patronimico che deriva da Gherardo, il primo membro della famiglia di cui si abbiano notizie sicure. Gherardo, vivente nel X secolo, fu Signore di Volterra, di Pisa e feudatario del castello di Donoratico.
Discendeva da san Walfredo, fratello dei re longobardi Astolfo e Rachis, il cui nonno era Pemmone duca del Friuli. Questa nobile famiglia possiede già nella seconda metà del X secolo feudi disseminati per tutta l’antica Tuscia. Furono investiti del titolo di conti di Volterra e, fedeli a Enrico II imperatore, videro ampliare, nel secolo successivo, le proprietà terriere e privilegi politici ed economici.
I della Gherardesca furono poi una potentissima famiglia in Pisa, esercitarono più volte il vicariato per conto della Repubblica di Pisa sui territori della Maremma Pisana a capo della fazione dei Raspanti insieme alla consorteria degli Appiani.
La famiglia vanta una serie di religiosi e santi come Pietro, cardinale morto nel 1145, beato san Guido, la beata Gherardesca, il beato Gaddo, ma si ricordano anche personaggi di valore in guerra come il conte Gherardo di Biserno che prese parte alla battaglia contro gli arabi alle isole Baleari occupate dai pisani nel 1113, e del primo podestà di Volterra, Tedice di Castagneto.
Al tempo di Federico II i della Gherardesca ghibellini combatterono contro i guelfi Visconti, e Gherardo combatté a Montaperti al fianco dei senesi contro i guelfi fiorentini e contro Genova.
In Sardegna si insediarono al seguito dell’espansione di Pisa nel Mediterraneo. Gherardo e Ugolino acquisirono molte terre sull’isola tra cui la porzione del Giudicato di Cagliari corrispondente all’odierno Sulcis-Iglesiente, dove era ubicata la città di Villa di Chiesa (oggi Iglesias) e dove possedettero il castello di Acquafredda.
Il famoso conte Ugolino (reso immortale da Dante nei versi della Divina Commedia) fu signore di Pisa. Partecipò alla battaglia della Meloria in difesa del porto pisano. Nella battaglia ci furono molti morti da parte pisana e Ugolino venne accusato di tradimento; scagionato divenne podestà di Pisa e dovette gestire la pace dopo la sconfitta della Meloria.
In seguito il conte subì una congiura da parte di altri nobili che lo accusarono nuovamente di tradimento e il conte Ugolino venne imprigionato nel luglio 1288 nella Torre della Muda dove mori poco tempo dopo di fame insieme ai figli.
In epoche più recenti è il Conte Cammillo che assume un ruolo di fondamentale importanza; nato secondogenito del Conte Guido Filippo della Gherardesca e della Contessa Virginia Pandolfini, dopo un periodo di carriera militare in Austria, è costretto a rientrare in Italia a seguito dell’improvvisa morte del fratello. Cammillo era infatti l’unico che poteva assicurare una discendenza ai della Gherardesca.
Si sposò quindi con Maria Teresa, figlia del defunto marchese Vincenzo Riccardi. Nei primi anni di sposalizio venne alla luce una serie ininterrotta di ben quattro femmine, di cui solo una, Giulia, sopravvisse oltre il primo anno di vita. Poi, per problemi di salute, i medici impedirono a Maria Teresa aver figli per un periodo di sette anni.
Arriva così il tanto atteso maschietto, il Conte Guido Alberto, al quale seguirono una femminuccia ed un altro maschietto, entrambi purtroppo deceduti entro il primo anno di vita. L’ultimo arrivo spetta ancora ad una femmina, Maddalena, l’unica sorella di Guido Alberto che riuscirà a vivere una vita lunga e longeva.
Spetta così a Guido Alberto dar seguito alla dinastia. Il Conte Guido fu persona di tutto rispetto, operò con prestigio nella prima metà del 1800, fu amante dell’arte e autorevole membro dell’Accademia d’Arte Fiorentina. Fu inoltre nominato ciambellano dal Re Ludovico negli anni della discesa di Napoleone in Italia.
Guido Alberto avviò anche importanti opere di bonifica nella piana delle tenute di Bolgheri e Castagneto. Furono proprio quelle opere che negli anni a venire avrebbero dato luogo agli attuali terreni fertili, ideali, per alcuni aspetti straordinari, per le colture agricole e vitivinicole.
Fu ancora Guido Alberto che a metà del XIX secolo, piantò i cipressi lungo il viale di Bolgheri, in sostituzione dei pioppi messi in fretta e furia pochi anni prima per una visita del Granduca Leopoldo II. Quei Cipressi divenuti poi famosi in tutto il mondo grazie alla celebre “Davanti San Guido” di Giosué Carducci, e che tutt’oggi incantano i visitatori.
Guido Alberto ebbe tre femminucce e due maschietti, il Conte Ugolino nel 1823 ed il Conte Walfredo nel 1825.
Ed è proprio dalla nascita del Conte Ugolino, primogenito maschio del Conte Guido Alberto, che il Casone prende il nome.
Opera d’arte raffigurante la morte del Conte Ugolino e dei suoi familiari (XXXIII inf. Divina Commedia) – Jules Jean Baptiste Carpeaux, Metropolitan Museum, New York
Conte Cammillo della Gherardesca con la sua seconda moglie – immagine proprietà Gherardesca
Ritratto del Conte Guido Alberto della Gherardesca ventenne, G. Bezzuoli – immagine proprietà Gherardesca
Conte Ugolino della Gherardesca legge a Re Vittorio Emanuele II l’esito del plebiscito del 1861 – G. Mochi, Palazzo Pitti, Galleria d’Arte Moderna, Firenze