MUSEM, NON SOLO UNA VISITA: al museo del vino di Bolgheri si compie un percorso tra cibi, vini e tradizioni antiche

Al “MUSEM” si mangia e si beve come gli Etruschi, i Romani e i nobili dell’ 800.

 

Non soltanto una visita, ma un’esperienza a 360° che coinvolge tutti e 5 i sensi: vista, olfatto, gusto, udito e tatto. Il Musem (Museo Sensoriale e Multimediale del Vino ) è un esempio unico nel suo genere e offre un percorso che immerge nella storia della tradizione vitivinicola, e delle usanze più antiche . Un viaggio nel tempo, arricchito dalle scenografie del tre volte premio Oscar, Dante Ferretti e dalla tecnologia che ti permette di parlare, dal vivo, con i grandi protagonisti del territorio: Piero Antinori, Gaddo della Gherardesca, Piermario Meletti Cavallari, Nicolò Incisa della Rocchetta , Michele Satta , con l’obiettivo di offrire al visitatore il più completo coinvolgimento , alla storia , ai personaggi , ai produttori e anche ai sapori e i profumi locali, con assaggi e degustazioni di vini e piatti dei periodi storici di maggior riferimento.

Una traccia, studiata dal professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti di enologia italiana e professore di Viticoltura all’università di Milano, che si arricchisce con degustazioni di vini e cibi etruschi, romani, medioevo e nell’ Ottocento.
Il vino etrusco è stato elaborato direttamente dal professor Scienza, mentre tutti i menù sono stati realizzati dal team dei cuochi del Casone Ugolino e dal responsabile delle degustazioni del museo, a seguito di un attento studio storico- gastronomico delle varie epoche.

ETRUSCHI

Cibo– Polpette di Farro: Piatto tipico etrusco a base di farro, il Triticum dicoccum, che si affermò in Etruria come il cereale più diffuso. Veniva torrefatto e frantumato prima di essere cotto in acqua o latte fino a trasformarsi in una densa pappa (puls) non diversa da quella che Giovenale chiama farrata definendola come il cibo peculiare degli Etruschi che talvolta la mescolavano a uova e miele.
Vino: Etrusco “Ansonica Guado” al melo: Il vino è prodotto dall’azienda Guado al Melo di Bolgheri ed è stato ottenuto dalla fermentazione dell’uva a bacca bianca – l’Ansonica – in anfora da 300 litri, con macerazione del mosto con le vinacce per sei mesi. Il vino è stato svinato e dopo decantazione statica è stato imbottigliato senza aggiunta di solfiti.

ROMANI

Cibo – Zuppa di ortiche: Ricetta a base di cime tenere di ortica, piatto popolare ai tempi dei Romani che prevede la cottura in acqua o al vapore con aggiunta di menta e prezzemolo.
Vino: “Soloterra” Mulini di Segalari: ‘Mulini di Segalari’ è un’azienda vitivinicola di Castagneto Carducci che produce questo vino in modo biologico da uve Sangiovese. Come avveniva ai tempi dei Romani , il vino matura in giare di terracotta, in questo caso con capienza da 500 litri. Le giare realizzate con l’argilla dell’Impruneta hanno uno spessore di oltre tre centimetri e non sono vetrificate né incerate. La naturale porosità della terracotta determina una costante microssigenazione , la sua forma ad uovo dinamizza la massa del vino e conferisce in otto mesi al vino una maturazione perfetta.

MEDIOEVO

Cibo – Purè di lenticchie: Piatto tipico e popolare del periodo medioevale. La ricetta preparata in questa occasione, con l’aggiunta di uova e formaggio, oltre alle erbe aromatiche, rappresenta una sorta di variante raffinata di queste ricette che, normalmente, erano più semplici e poco elaborate.
Vino: “Ippocrasso” – Agriturismo Parco Verde: Il Vino Medioevale Polvere di Ippocrasso è un prodotto esclusivo dell’Agriturismo Parco Verde, preparato sulla base dell’antica ricetta del 1.000 d.C. E’ una fedele riproduzione di una prelibatezza medioevale e con una produzione completamente artigianale a lotti da 20 litri, il filtraggio è effettuato con i panni come da tradizione medioevale. La base è costituita dal vino Bordolese dell’Alta Val d’Agri (Merlot e Cabernet Sauvignon) con un piccola percentuale di Aglianico del Vulture, secondo le indicazioni della ricetta il vino viene speziato con l’aggiunta di cannella, pepe nero, zenzero, galanga secca e miele. Vino presenta al naso un profumo di cannella e frutta del sottobosco. Al palato affiora il sapore dello zenzero e del pepe nero. Il tutto con grande armonia. L’Ippocrasso è un’antica bevanda di origine greca a base di vino rosso. Si presume che sia utilizzata intorno al 460 a.C. anche se vede il suo largo uso a partire dal medioevo fino al 1700, per poi scomparire del tutto. E’ un vino che permette di riscoprire la storia e antiche tradizioni gustando i sapori ed i profumi andati persi con il trascorrere dei secoli.

OTTOCENTO

Cibo – Gnudi al burro: Gli Gnudi sono un piatto tipico della Toscana, molto apprezzato in questo periodo , in particolare della zona di Siena e di Grosseto. Vengono chiamati così perché non hanno nessuna sfoglia che ricopra il loro ripieno, a base di ricotta e spinaci: in Toscana il termine gnudo viene utilizzato infatti per indicare qualcosa di nudo, spoglio. Questa ricetta fa parte della tradizione contadina, e viene tramandata negli anni di famiglia in famiglia. Oggigiorno è raro trovarli in vendita perché non sono facili da conservare: vengono però preparati ancora da alcune casalinghe, seppure non siano tante quelle che ricordano ancora questa preparazione. La ricetta tradizionale degli Gnudi prevede l’uso del burro, mentre oggi per una versione più leggera può essere sostituito con l’olio extra vergine d’oliva.
Vino: vino del contadino: Nell’800 il vino consumato maggiormente era quello tipico prodotto dai contadini, generalmente grezzo e aggressivo, talvolta con profumi neutri e poco intensi , vinificato spesso con le stesse vinacce e con lunghe macerazioni, tendeva a invecchiare velocemente e ad acquisire un sapore di aceto (acetizzazione). Il vino qui proposto è stato prodotto da uve Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot.